Forse gli autori sono più di uno, ma io faccio riferimento, in particolare, a Karen Blixen, scrittrice danese del XX secolo, che nel romanzo autobiografico “Out of Africa” (più famoso nella versione cinematografica de “La mia Africa“) racconta il suo rapporto con la natura selvaggia del Continente e con l’amore e i suoi turbamenti.
Qui si trova la frase che racchiude l’indole temeraria della donna e che suona sia come un’esortazione sia come una recriminazione.
Nonostante le libertà conquistate, infatti, ancora oggi sembra che la felicità sia una questione di fortuna riservata a pochi o una condizione impossibile da raggiungere, che, quindi, non merita interesse, ma l’autrice ci invita a guardare le cose da un altro punto di vista.
LA RICERCA DELLA FELICITÀ
In fondo, tutti vogliamo essere felici, anche se a volte crediamo non sia possibile: è un desiderio insito nell’essere umano.
Il problema, semmai, è che non sappiamo bene cosa significhi, fraintendiamo, ci concentriamo sulle cose sbagliate o non sappiamo come fare.
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Secondo diversi studi, per essere felici è necessario coltivare alcune capacità che appartengono già agli Esseri Umani, ma, in alcuni casi, non sono sufficientemente valorizzate come, ad esempio, la resilienza, la proattività, l’autonomia e la cura di sé.
Questo atteggiamento consente di sviluppare ed esprimere le proprie potenzialità e i propri talenti nei diversi ambiti della propria vita.
Così la felicità diventa un insieme di pensieri, sentimenti ed azioni che mettiamo in gioco per raggiungere un obiettivo di autentica soddisfazione personale.
Un processo che nasce da una presa di coscienza, ben rappresentata da un altro famoso testo che recita così: “che io possa avere la forza di cambiare le cose che possono essere cambiate, la pazienza di accettare quelle che non possono essere modificate e la saggezza per distinguere la differenza tra le une e le altre“.
Questo vuol dire che la felicità non può essere identificabile con un benevolo scherzo della sorte o uno sporadico momento di benessere. Questo vuol dire che ci vuole coraggio.
IL CORAGGIO DELLA FELICITÀ
È necessario avere il coraggio di fermarsi e chiedersi onestamente come sta andando la propria vita.
Il coraggio di cambiarla, se necessario: di abbandonare vecchie abitudini, strutture mentali troppo rigide o convinzioni limitanti; di andare contro tendenza, sentirsi “pesci fuor d’acqua” o diversi dagli altri; di prendersi degli spazi, far valere le proprie opinioni, scontrarsi con l’educazione dei genitori o le regole della famiglia.
La felicità richiede coraggio per superare la paura.
Paura di farci vedere per quello che realmente siamo, di essere rifiutati o giudicati, di amare e di essere amati, di non essere all’altezza, paura di non dare o fare abbastanza, di non riuscire a superare una difficoltà o affrontare un problema, di deludere o di essere delusi, paura di soffrire, di piangere, volare, cambiare, rischiare, lasciare andare…
La paura è un’emozione primitiva e fondamentale per la sopravvivenza dell’essere umano, ma quando è troppa manda tutto in tilt e non svolge più la sua funzione originaria. In fondo, non può esserci coraggio senza paura.
Quindi abbi il coraggio di essere felice, abbi il coraggio di vincere le tue paure. Coltiva i tuoi punti di forza e sii consapevole dei tuoi lati più deboli, ma smetti di negarti.
Quello che sei ha più forza della paura che senti. Corri il rischio.